Henry Corbin

Per cogliere l’Immagine nella sua realtà assoluta, cioè sciolta, staccata, dallo specchio sensibile in cui si riflette, ci vuole indubbiamente ciò che lo shayk chiama occhio d”oltremondo, vale a dire un organo di visione che faccia esso stesso parte dell’attività assoluta dell’anima, e che corrisponda alla nostra Imaginatio vera. Notiamo bene che questo non è conoscere le cose nella loro idea astratta, nel loro concetto filosofico, ma sono i tratti perfettamente individuati della loro Immagine meditata, o piuttosto pre-meditata dall’anima, cioè la loro Forma immaginale. E’ per questo che in tale mondo intermedio ci sono Cieli e Terre, animali, piante e minerali, città, borghi e foreste. Ma questo vuole proprio dire che se altrettante cose corrispondenti sono visibili e viste in questo nostro mondo, su questa Terra terrestre, è che infine ciò che chiamiamo physis e fisico è solo il riflesso del mondo dell’Anima; non vi è fisica pura, ma sempre la fisica di una certa attività psichica. Prenderne conoscenza è allora vedere il mondo dell’Anima, è vedere tutte le cose così come sono nella terra di Hûrkalîa, la Terra dalle città di smeraldo; è la visio smeragdina che è l’assurgere e il risorgere del mondo dell’Anima. Allora quella realtà, che la coscienza comune conferisce alle cose e agli accadimenti fisici come a realtà autonome, dimostra di essere di fatto la realtà visionaria dell’anima (Corpo spirituale e Terra celeste).